L'Istituto Professionale Servizi per l’Agricoltura“Persolino” ha sede a Faenza, in via Firenze 194.
RISORSE E ATTREZZATURE
La sede del Persolino, oltre al laboratorio azienda agraria con 13 ettari di terreni coltivati, dispone di numerosi laboratori ed aree nelle quali gli studenti possono mettere in pratica le conoscenze acquisite, :
• Laboratorio di scienze integrate
• Laboratorio di chimica
• Laboratorio di microprogrammazione
• Laboratorio Serra
• Laboratorio di informatica
• Laboratorio azienda agraria (13 ha)
• Laboratorio di erboristeria
• Laboratorio roseto antico
• Aula studio
• Aula magna
• Cantina didattica L’Istituto è in possesso, inoltre, di un pullman per gli spostamenti dei ragazzi nell’ambito delle visite aziendali, delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, o in occasione di visite guidate sul territorio o in zone limitrofe.
AZIENDA AGRARIA
SERRA DIDATTICA
IL ROSETO
L'ERBORISTERIA
LA CANTINA
L'AZIENDA AGRARIA
L'azienda agraria dell’Istituto, la cui finalità prioritaria è quella educativa, quella di permettere agli studenti di consolidare, attraverso la pratica, il loro bagaglio di conoscenze, ha una superficie di circa 13 ettari e rispetta le colture tipiche del territorio circostante.
Tanti e vari sono i prodotti interamente realizzati presso l’azienda. Presso l'azienda agraria, 3.50 ettari di terreno sono coltivati con numerosi vitigni. I numerosi vini, il cui intero processo, dalla messa a dimora delle piante all'imbottigliamento ed all'etichettatura, è interamente curato dagli studenti unitamente al personale docente, all’esperto enologo ed al personale specializzato addetto all'azienda agraria. Gli impianti frutticoli son divisi principalmente fra ciliegie, albicocche, kaki e mele. E' possibile acquista i prodotti chilometro zero dell'azienda agraria presso il punto vendita della scuola. L'intero ricavato è utile al finanziamento delle attività scolastiche.
Il parco macchine disponibile presso l’Istituto permette agli allievi di conseguire la formazione indispensabile per operare, con competenze e capacitá, in un’agricoltura dove é sempre piú ampio il ricorso alla meccanizzazione.
All'interno dell'azienda agraria è presente una serra di 40 metri quadrati.
Costruita nel 1989 oggi conta piú di 3000 piantine suddivise fra piantine da orto,aromatiche e da fiore tutte coltivate dagli studenti
Il roseto sul colle Persolino,nasce nel 1997 per volontà del prof. Raffaele Bazzocchi dell’Università di Bologna, che si occupava di florovivaismo e aveva già avviato da anni una sperimentazione sulle rose antiche e del Prof. Umberto Montefiori, l’allora preside dell’Istituto scolastico, che mise a disposizione i terreni, con l’intento di creare un giardino in cui la funzione didattico-dimostrativa fosse associata ad una attività di ricerca attuale e utile per incentivare il vivaismo locale e la sensibilità verso una paesaggistica sostenibile.
Da allora il roseto didattico sperimentale, dedicato nel 2002 al prof. Bazzocchi, ha subito numerosi cambiamenti ma non sono variate le finalità. Attualmente si sviluppa su una superficie di circa un ettaro e comprende tre aree: il giardino dedicato all’evoluzione della rosa nel tempo, fra storia e genetica, il campo sperimentale con rose coprisuolo e da ultimo il campo di valutazione delle rose del concorso internazionale. Il concorso ‘International Rose Trial’, avviato nel 2020 dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Bologna (DISTAL) e sotto l’egida della World Federation of Rose Societies vede a maggio la premiazione delle rose più adatte al clima della zona e a un basso impatto ambientale. Vengono valutati dai 70 ai 100 ibridi, non ancora in commercio, inviati dalle principali aziende di ibridazione internazionali.
Il giardino ‘La rosa nel tempo’ ospita oltre 900 ibridi, per un totale di 1200 piante disposte su base cronologica e botanica e suddivise in 27 aiuole dedicate alle epoche storiche più significative per la rosa. Camminando lungo il percorso, si possono confrontare le rose presumibilmente conosciute da Egizi e Greci, quelle usate per realizzare le siepi del Medioevo, quelle collezionate con passione dall’imperatrice Giuseppina e gli ibridi importati in Europa con le navi del thè che hanno rivoluzionato il patrimonio genetico di questa pianta. Si può sperimentare come il colore giallo sia progressivamente diventato più intenso dai primi ibridi alle moderne HT o come si sia evoluta la forma del fiore, dalla rosetta quadripartita al fiore turbinato. Non mancano inoltre le specie spontanee sia di origine europea che si origine asiatica e americana. Semplicemente camminando, si può leggere la storia e tante storie legate a questo fiore.
Il campo sperimentale, costituito a partire dal 2002, oggi è suddiviso in due zone e ospita circa 160 ibridi di rose coprisuolo e paesaggistiche, valutate per la loro adattabilità ad una bassa manutenzione, ovvero senza irrigazione, trattamenti antiparassitari e con potatura meccanica, secondo le tendenze del moderno giardinaggio, non solo pubblico ma anche privato. Per la sua singolarità è visitato tutto l’anno da tecnici, paesaggisti e ibridatori. Come gli appassionati di rose ben sanno, le fioriture hanno inizio in genere a metà maggio (a seconda dell’andamento climatico) con le rose antiche seguite dalle moderne, floribunda e a grandi fiori HT; il giardino è comunque interessante tutto l’anno per il confronto varietale ed il particolare tipo di manutenzione.
Relativamente alla sua conduzione, il roseto si avvale di una convenzione fra DISTAL dell’Università di Bologna, che ne cura gli aspetti progettuali e tecnico-scientifici, l’Istituto Professionale ‘Persolino-Strocchi’ che mette a disposizione i terreni su cui sorge il roseto e che assolve alle necessità manutentive coinvolgendo i propri studenti, tecnici e docenti, la Fondazione Scuola di Pratica Agricola ‘Furio Camillo Caldesi’ che gestisce e coordina le attività a livello tecnico ed economico-amministrativo ed il Comune di Faenza che supporta iniziative quali il Concorso Internazionale e soprattutto concorre a dare visibilità al giardino e a valorizzare i legami con la città.
Il roseto viene aperto durante l’anno in occasione di particolari eventi e nel caso di specifiche richieste da parte di singoli o gruppi, sempre accompagnati da un referente dell’Istituto.
La storia: dalle rose antiche alle moderne
Vengono definite “rose antiche” tutte le varietà di rose selezionate entro la fine dell’800. Fra le innumerevoli varietà esistenti, molto sono da considerare vere e proprie protagoniste nei giardini per le loro caratteristiche intrinseche (profumi, colori, forma dei fiori) e per il fascino derivante dal carico di storia che da secoli le accompagna.
LE ROSE ANTICHE Vengono per questo definite, appunto, “rose da giardino” in quanto altamente decorative ed ornamentali nelle aree verdi. Differiscono, in molti casi sostanzialmente, dalle loro discendenti moderne, quasi sempre in positivo: conservano decisi e marcati profumi; hanno colori generalmente delicati ma molteplici che, con forme e portamenti delle piante molto eterogenei, ne consentono un utilizzo alquanto versatile. Il genere rosa ha origini antichissime e ciò è confermato dal ritrovamento di alcuni reperti fossili in Giappone indicanti, ormai con certezza, che la rosa esisteva già in epoche remote; oltre 20 milioni di anni fa. E’ presumibile supporre che tutte le rose siano originarie dell’estremo oriente e che quindi la coltivazione da parte dell’uomo sia iniziata (da 5000 anni circa) appunto in Cina; è comunque possibile che le rose siano state prima apprezzate per le loro qualità commestibili. E’ inoltre logico immaginare che, in un lasso di tempo così lungo, la rosa abbia subito enormi cambiamenti, sia per il verificarsi di mutazioni naturali, sia per l’opera dell’uomo con la costituzione di nuove varietà. Le prime rose avevano cinque petali ed erano prive di spine, comparse successivamente per la difesa verso i predatori.
Le prime notizie certe di coltivazione risalgono all’ Egitto dei faraoni, dove le rose dovevano essere presenti nel “giardino egizio”: di tipo regolare e limitato da alte mura, necessarie come protezione nei confronti del vento del deserto. Durante l’impero romano le rose erano molto popolari, ornavano le case e le tombe, venivano usate per il riconoscimento del valore militare ed erano l’emblema dell’amore e delle festività. In seguito al declino dell’impero romano le rose persero molta della loro importanza, dovuta probabilmente anche ad alcuni significati che a loro venivano attribuiti: primo fra tutti l’utilizzo di corono di rose per ornare idoli pagani. Non persero però di importanza nelle civiltà orientali dove continuarono ad essere considerate regine del giardino.
In Europa le rose riuscirono in un primo tempo a salvarsi grazie all’opera dei monaci benedettini, i quali trasformarono i monasteri (intesi inizialmente come luoghi di rifugio) in veri e propri villaggi dove anche l’interesse per la natura e le bellezze del paesaggio vennero rivalutati estrinsecandosi però in spazi chiusi, recintati da muri e quindi molto intimi. Tale tipologia di giardino fu definita “hortus conclusus” e va considerata come rinascita del giardino stesso nel basso medioevo. In esso venivano attribuiti valori simbolici ai fiori e alle erbe: in particolare alla rosa veniva dato il significato del sangue.
Verso l’XI° secolo, con l’unità dell’Occidente con il Sacro Romano Impero, si assiste ad un miglioramento della vita sociale e quindi anche alla riscoperta del giardino quale luogo di piacere. In tale giardino, definito “curtense”, la rosa è presente assieme ad una moltitudine di altre piante: da orto, aromatiche, da frutto.
E’ però dal XII e XIII secolo che le rose tornano ad essere molto popolari, solo dopo che i crociati ne riportarono diversi esemplari dai loro viaggi in oriente. Trovarono posto nei giardini dei nobili e dei ricchi mercanti, alcuni dei quali le utilizzarono per le loro blande proprietà medicinali e per ricavarne profumi. A tale scopo sicuramente una delle varietà più interessanti doveva essere la “Rosa gallica officinalis” detta, per tali motivi, “rosa del farmacista”. Altra rosa molto interessante, di questo periodo (1100 circa), è la “Rosa gallica versicolor” detta anche “rosa mundi” per il semplice motivo che pare essere stata selezionata dai genetisti alla corte di Enrico II il quale la volle dedicare alla propria amante Rosamunda.
Fu durante il ‘600 e il ‘700, con il proliferare dei commerci fra l’oriente e il nord Europa, che si introdussero molte specie e si costituirono tante varietà. E’ infatti in questo periodo che in Olanda si sviluppò la”Rosa centifolia”, detta “rosa dei pittori” perché spesso raffigurata in tele di artisti fiamminghi del ‘600. Da questa si originò poi la “Rosa centifolia muscosa”, la cui principale caratteristica è l’evidente muschio localizzato sui calici fiorali.
Alla fine del ‘700 le basi per la produzione di rose moderne erano ben delineate, anche grazie al notevole apporto della Francia che ne produsse un notevole numero di varietà, ispirate senza dubbio dall’Imperatrice Giuseppina Bonaparte che patrocinò ed incoraggiò uno dei massimi costitutori della storia della rosa: il Redoutè. La stessa Giuseppina creò una delle più grandi collezioni al mondo (purtroppo scomparsa), nel castello della Malmaison. Ciò ispirò il nome ad una bellissima rosa dai fiori stradoppi: la “Souvenir de la Malmaison”.
Ma fu sicuramente l’800 il secolo più importante per la creazione di una serie decisamente importante di varietà di rose. Si selezionarono infatti le “Bourbon”, le “Portland” e gli “Ibridi perpetui” e si diffusero alcuni ibridi sconosciuti che ebbero origine in Oriente. Questi ultimi furono probabilmente il risultato di ibridazioni in tempi lontani, o incroci casuali tra rose di origine orientale. Furono chiamate “Rose Tea”, sembra per il marcato profumo che dovrebbe ricordare il thè fresco. Esse infatti viaggiarono, dalle Indie all’Europa, su navi adibite al trasporto del thè, il cui odore potrebbe averne suggerito il nome. Le prime Tea furono preziose apportatrici del colore giallo, fino a questo momento praticamente assente nelle rose antiche, e dei fiori portati su peduncoli sottili e muniti di boccioli con la parte centrale alta ed appuntita. Il 1808 è una data importante perché giunse in Europa la prima rosa Tea e nel 1867 si ottenne il suo primo ibrido: “La France”. Per la società americana della rosa tale data è ritenuta il limite oltre il quale le rose non possono più definirsi antiche.
Da inizio ‘900 in poi si sono ottenuti centinaia e migliaia di nuovi ibridi che hanno portato a disporre di una serie enorme di varietà di rose. Non tutti però stravedono per la selezione esasperata (il sottoscritto è un convinto sostenitore di questa tesi) ritenendo che le cosiddette “rose da taglio” non devono essere utilizzate nel giardino, suggerendo invece di utilizzare come ornamentali alcune specie di rose antiche, quali le Bourbon, o altre da loro derivate ma con caratteristiche simili.
Presso l'azienda agraria sono numero le piante officinali che vengono coltivate. Gli alunni hanno così la possibilità di ampliare il proprio bagaglio culturale in un area, quella delle piante officinali, sempre più emergente.
La cantina didattico sperimentale intitolato, a seguito di un'importante convenzione tra la scuola ed la società cooperativa Caviro, al genio “Leonardo da Vinci", è un laboratorio didattico modernamente attrezzato in cui gli alunni, già impegnati nella coltivazione e produzione dell’uva, sono partecipi anche alle successive fasi di trasformazione, conservazione e vendita.
Particolare cura viene prestata alla qualità dei vini prodotti, per questo alcuni vengono invecchiati in BARRIQUES, le cui pregiate essenze legnose sono insostituibili per arricchire i vini delle caratteristiche organolettiche indispensabili pe migliorare aroma e bouquet e favorire il raggiungimento graduale della piena maturità.
La produzione annuale è di circa 130-140 hl di vino, in parte venduto in damigiana, in parte confezionato in bottiglie. I vini prodotti presso la cantina didattica del Persolino sono suddivisi in:
vini rossi: Varrone, Rosso di Nero, Umberto
bianchi: Albana secco, In Volo.
rosati: Gentil rose
passiti bianchi “Ultimo giorno di scuola, Poesia d’inverno, 50 PRIMAVERE
passiti rossi “L’amabile Persolino”.
Spumante: 194
I passiti, di indiscussa qualità, richiedono una particolare attenzione durante tutte le fasi di produzione soprattutto durante l’appassimento, la pigiatura soffice con pressa, la fermentazione, l’invecchiamento e l’affinamento.
Le uve allevate presso l’azienda agraria del Persolino si distinguono in vitigni autoctoni quali Albana di Romagna, Famoso, Lanzesa, Malbo gentile, Longanesi, Centesimino, Trebbiano di Romagna, Sangiovese di Romagna ed internazionali quali Chardonnay, Sauvignon.
I vini dell’azienda agraria Persolino partecipano e vincono periodicamente concorsi di rilevanza sia nazionale che internazionale.
La cantina didattico sperimentale "Leonardo da Vinci" comprende altresì una piccola "cantinetta" all'interno della quale vengono svolte microvinficazioni sperimentali grazie ad un importante convezione attiva, a partire dall'ano 2017, con la cooperativa Caviro di Faenza.
Il progetto tra l'istituto scolastico e la società cooperativa Caviro nasce dalla volontà di creare un solido ponte tra il mondo della didattica e quello del lavoro favorendo lo scambio reciproco di conoscenze e competenze su un territorio fertile di crescita comune.
Per mezzo della convenzione Caviro contribuire altresì alla gestione della Cantina dell'istituto attraverso: la sperimentazione di vitigni in prova; la valorizzazione/scoperta di vitigni dimenticati; la costruzione dì un progetto sociale di ampio respiro che veda coinvolto il territorio locale ed al quale possano aderire piccole imprese interessate alla vinificazione di modeste quantità. Il progetto prevede altresì il coinvolgimento di soci ed ex soci delal cooperativa Caviro nell'attività sociale • formativa "Generazioni in vigna".
Nei laboratori dell'Azienda Agraria, gli studenti imparano a realizzare prodotti professionali e di alta qualità. Tutti i prodotti realizzati dall'Azienda Agraria "Persolino" sono infatti messi in vendita, e possono essere acquistati su richiesta.